L'insegnamento della grammatica e studenti con DSA: la prospettiva inclusiva della grammatica valenziale
L'insegnamento della grammatica e studenti con DSA:
la prospettiva inclusiva della grammatica valenziale
- Il principale di questi ostacoli risiede nell’impianto classificatorio della grammatica scolastica: essa si fonda cioè su una riflessione sulla lingua che parte dalla categorizzazione dei suoi oggetti in classi (di parti del discorso, o complementi, o proposizioni), sulla base di criteri morfologici, sintattici e semantici, delle quali si forniscono definizioni generali ed astratte. La classificazione, però, non facilita la comprensione dei fenomeni, ma al contrario impone agli apprendenti un importante lavoro mnemonico, fattore non indifferente di fragilità per gli studenti con disturbi specifici di apprendimento;
- Il secondo ostacolo, dalle notevoli ricadute sulla qualità dell’apprendimento degli studenti con DSA, è costituito dall’eccessiva astrattezza dei concetti grammaticali, i quali vengono trasmessi in modo nozionistico e acquisiti passivamente dai discenti.
Una delle possibili vie che possono essere intraprese dal docente di grammatica italiana per rendere più accessibile questo insegnamento a tutti gli studenti è l’adozione del modello di grammatica valenziale: esso infatti può fornire delle risposte alle problematiche ed esigenze fin qui esposte, relative soprattutto alla necessità di superamento di un insegnamento grammaticale passivo e dogmatico a favore di una didattica più concreta, partecipata ed inclusiva.
“Si può allora paragonare il verbo a una specie di atomo munito di uncini, che può esercitare la sua attrazione su un numero più o meno elevato di attanti, a seconda che esso possieda un numero più o meno elevato di uncini per mantenerli nella sua dipendenza. Il numero di uncini che un verbo presenta, e di conseguenza il numero di attanti che esso può reggere, costituisce ciò che chiameremo la valenza del verbo.” Tesnière 2001, p. 157.
Analogamente, anche i verbi possono essere classificati secondo la loro valenza, ossia in base a quali e quanti elementi siano ad esso necessari affinché la frase abbia un senso compiuto: il verbo cioè, dal punto di vista semantico e sintattico, richiede e quindi attrae attorno a sé una serie di elementi necessari per completarne il significato, quali un soggetto ed altri oggetti, diretti o indiretti, che insieme al verbo costituiscono il nucleo della frase.
A seconda del numero di elementi necessari (detti anche argomenti) che il verbo richiede, questo può essere:
- zerovalente (se non necessita di alcun argomento, ad esempio i verbi atmosferici e impersonali: «Piove»),
- monovalente (se necessita di un solo argomento, ovvero il soggetto, come i verbi intransitivi: «Gaia ride», «Lorenzo dorme»),
- bivalente (se necessita di due argomenti, ovvero un soggetto e un oggetto, come i verbi transitivi: «Carlo ascolta una canzone»),
- trivalente (se necessita di tre argomenti, quali un soggetto e due oggetti, come i verbi di dire e di dare: «Luca regala un libro a Marta»),
- tetravalente (se necessita di quattro argomenti, come i verbi di trasferimento: «Valeria ha tradotto la versione dal latino al greco»).
Oltre agli argomenti necessari per il completamento del senso del verbo, nella frase vi sono anche elementi accessori: i circostanti, che aggiungono informazioni rispetto agli elementi del nucleo (quali aggettivi, participi, avverbi: «La madre scrisse accuratamente una lettera»), e le espansioni, che espandono il significato della frase oltre il nucleo e i suoi circostanti, e non sono indispensabili per la costruzione di una frase di senso compiuto (quali informazioni sul tempo, sul modo, sulla causa, sul fine, etc.: «La scorsa settimana sono andato al cinema»).
La
ricostruzione di questa gerarchia e la sua visualizzazione grafica facilita,
per gli studenti, il riconoscimento e la comprensione dei legami logici che si
instaurano nella frase, sia semplice che complessa, e assiste il discente nel
processo di astrazione e di concettualizzazione di quanto si osserva sul piano
empirico, processo che conduce al conseguimento di una
conoscenza grammaticale formale.
Il più diffuso tra i modelli di rappresentazione grafica è quello per ellissi concentriche, adottato principalmente da Francesco Sabatini.
- Innanzitutto, l’osservazione parte dai dati linguistici concreti che lo studente ha davanti: nell’analisi di una frase, lo studente si soffermerà dapprima sul verbo - al quale la grammatica valenziale, come è stato illustrato, assegna un ruolo cardine – per riflettere sul suo funzionamento in quel determinato contesto a seconda del suo significato; dalla semantica del verbo lo studente otterrà dei suggerimenti sulla struttura che esso richiede, e dunque sarà in grado di capire se nella frase che ha davanti sono presenti tutti gli elementi necessari, se sono sottintesi o al contrario se sono mancanti; l’osservazione diretta porterà poi alla scoperta della regola e all’astrazione delle nozioni attraverso le quali spiegare e comprendere il funzionamento della lingua – comprensione che sarà tanto più significativa quanto più partecipato sarà l’intero processo.
L’analisi della lingua e la riflessione sulla sintassi a partire dalla semantica fa appello alla competenza grammaticale implicita dello studente: in questo modo vengono incentivati l’apprendimento attivo, che semplifica ed alleggerisce gli sforzi cognitivi degli studenti più fragili e di quelli con DSA, e la costruzione di una conoscenza esplicita ed astratta in modo induttivo, attraverso una riflessione sui concreti usi linguistici.
- Un ulteriore e importante vantaggio per gli studenti con disturbi dell’apprendimento è costituito inoltre proprio dai modelli di rappresentazione grafica previsti dall’approccio valenziale. Sono noti, infatti, i benefici dell’utilizzo di strumenti compensativi per i portatori di DSA, come schemi, mappe, tabelle e immagini, i quali alleggeriscono gli sforzi mnemonici e riducono l’eccessivo dispendio di energie. Per questi motivi l’utilizzo della rappresentazione grafica della frase risulta estremamente utile: attraverso la raffigurazione, la struttura della frase, il suo funzionamento, gli elementi che la costituiscono e i legami che si stabiliscono tra questi ultimi non restano relegati nel dominio dell’astrattezza, ma vengono visualizzati concretamente. Non soltanto rende più semplice per tutti gli studenti la comprensione delle strutture morfo-sintattiche, ma per gli studenti con DSA la rappresentazione grafica è un sostegno alla memorizzazione e al recupero di informazioni (grazie anche all’utilizzo di colori e forme diverse), e allevia gli sforzi cognitivi, permettendo allo studente di concentrare le sue risorse attentive su un supporto visivo, del quale poter fare esperienza diretta.
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