I vari livelli di alfabetizzazione

È considerato alfabetizzato un individuo che è capace di leggere, scrivere e comprendere un’affermazione; al contrario si dice analfabeta funzionale «una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità»[1]. È possibile riassumere i gradi di alfabetizzazione in questo modo:

Pre-alfabeti

Adulti non scolarizzati.

Analfabeti

Adulti che non sanno leggere e scrivere nella loro lingua madre e non sono scolarizzati.

Debolmente Alfabetizzati

Adulti che hanno ricevuto una scolarizzazione debole. Ma anche individui che hanno perso le competenze per mancanza di letto-scrittura.

Alfabetizzati

Adulti scolarizzati, capaci di leggere, scrivere e comprendere.

 

Gli apprendenti debolmente scolarizzati sono i soggetti più vulnerabili. La situazione in questo caso è molto complessa in quanto l’individuo può fare affidamento solo sull’oralità, a differenza di chi è scolarizzato, che invece può appoggiarsi a testi scritti e possiede strategie di apprendimento.

Alla base dell’apprendimento c’è la motivazione: se un adulto vuole apprendere, apprende.  Come spiega Balboni: “l’adulto è fuori dal percorso formativo di base […] e quindi vuole decidere autonomamente e può assumersi le responsabilità conseguenti alle proprie decisioni”[2].  Tuttavia, questa motivazione può venire meno in alcune situazioni, in particolar modo quando l’apprendente non vede risultati nei tempi che si era immaginato. Il percorso di insegnamento della lingua italiana può essere duro e tortuoso ed è necessario mantenere una certa costanza: ipoteticamente se un corso si tiene due volte alla settimana, lo studente può impiegare alcuni anni al raggiungimento dell’obiettivo. È quindi possibile che in certi casi l’apprendente si senta demotivato e scoraggiato.



[2] Balboni, Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, 2015, p. 97.  




[1] Unesco 1984.

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