L' approccio ludico applicato agli adulti stranieri
L’approccio
ludico è riconducibile alla sfera dei metodi umanistico-affettivi. Infatti,
l’ambiente del gioco è rilassato, sereno, e in questo è possibile sperimentare
il piacere della scoperta e del divertimento. Si fanno vivere all’apprendente
delle esperienze e situazioni gradevoli e motivanti basate più sul piacere che sul
dovere. Spesso si considera questa didattica adatta solamente al mondo
infantile, al contrario è efficace anche con gli adulti, perché mira ad una
autorealizzazione dello studente attraverso lo svago ed ha una particolare
utilità con gli apprendenti adulti che si apprestano, ad esempio, a una lezione
serale, possibilmente affaticati dopo una giornata di lavoro. È molto
importante che al termine dei giochi glottodidattici lo studente adulto venga
portato a riflettere così da ricondurre l’esperienza di gioco all’obiettivo,
ovvero la scoperta delle regole morfosintattiche o lessicali. Esistono molti
tipi di giochi glottodidattici, fra questi:
1. I
giochi di ruolo, in cui si simula una situazione per sviluppare la produttività
orale;
2. I
cruciverba e l’enigmistica, per arricchire il lessico;
3. I
giochi di memorizzazione, per imprimere nella memoria strutture sintattiche e
non solo;
4. Le
sfide fra gruppi, che favoriscono una sana competizione (problem solving,
cooperative learning). Fra questi la caccia al tesoro, il tris linguistico, la
caccia all’errore.
Un
altro esempio di gioco potrebbe essere quello delle domande e risposte. Per
realizzare questo gioco è possibile procedere in due modi:
1. L’insegnante
crea alcune domande con le rispettive risposte su alcuni cartoncini che vengono
distribuiti agli studenti in ordine sparso. Ogni alunno, a turno, legge una
domanda: l’obiettivo è trovare fra i vari cartoncini la risposta corrispondente
corretta.
2. L’insegnante
lancia un oggetto, come ad esempio una palla, agli apprendenti in ordine sparso
facendo una domanda. Lo studente interpellato deve rispondere correttamente
nel più breve tempo possibile.
È
interessante anche l’utilizzo della musica: la canzone ha la capacità di
incidere sulla memoria e per questo l’adulto che la ascolta è in grado di
ricordarne il ritmo, oltre ad alcune parole ad esso associate. La musica
stimola anche la motivazione, mantenendosi sul piano dello svago; ha un testo
prodotto tenendo conto di regole grammaticali, vari elementi lessicali e per
questo motivo può essere analizzata. La canzone può essere anche riascoltata ed
essere così riutilizzata dallo studente autonomamente, favorendo il
l’apprendimento indipendente. Un altro vantaggio della musica è che permette confronti
interculturali su temi universali, quali ad esempio, l’amore, la guerra, la
morte, ecc. Oltre alla dimensione interculturale, la canzone permette di
indagare e lavorare su contenuti educativi che favoriscono la conoscenza della
storia, della politica o della società del paese ospitante.
Di seguito due esempi di come utilizzare la canzone italiana come strumento di riflessione linguistica.
La Gatta di Gino Paoli: il testo di questa canzone è utile per imparare e memorizzare l’imperfetto indicativo dei verbi delle tre coniugazioni. Questo testo è, infatti, scritto tutto all’imperfetto indicativo. Inoltre, si affronta il tema del cambiamento: prima si viveva una certa condizione e situazione nel paese di provenienza, che adesso è variata. Il tempo passato si alterna a quello presente. L’insegnante fa ascoltare la canzone allo studente, il quale deve riempire le parole mancanti del testo.
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Tratto dal libro Facile facile di Mattioli e Cassiani (Livello A2) |
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