La lingua italiana come strumento di integrazione per gli adulti migranti
Un po' di dati...
I dati Istat aggiornati al 2020 parlano di 5,3 milioni di immigrati regolari, a questi la Fondazione Ismu aggiunge anche i non residenti: circa 966 mila, arrivando in totale a 6,3 milioni; il 10 per cento della popolazione. Al 1° gennaio 2020 le regioni che registrano una maggiore incidenza della popolazione straniera sul totale dei residenti sono l’Emilia-Romagna (12,6%,), la Lombardia (12,1%,) e il Lazio (11,7%). Agli ultimi posti la Puglia e la Sardegna (entrambe al 3,5%).(ISMU)
La percentuale del grado di istruzione della popolazione straniera aggiornata al 2019 si mantiene piuttosto bassa e pressoché costante nel tempo. Oltre la metà degli stranieri tra i 15 e i 65 anni hanno conseguito la licenza media; circa il 34% degli stranieri ha un diploma e solo il 10% ha una laurea.
Si ricorda che è fondamentale, per il rilascio del permesso di soggiorno di lunga durata, dimostrare una padronanza della lingua italiana pari al livello A2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento linguistico. Il decreto-legge n. 113 del 4.10.2018 (il Decreto Sicurezza) prevede, per l’acquisizione della cittadinanza, una certificazione della conoscenza della lingua italiana di livello B1 (art. 14, in Gazzetta Ufficialen. 281 del 3.12.2018). Quanto è importante
l’integrazione linguistica?
La conoscenza della lingua e della cultura italiana è uno strumento essenziale all’inclusione dello straniero nella società, necessario per l’accesso all’ambito lavorativo e per l’instaurazione di legami interpersonali.
Ma quanto è difficile valutare il trascorso degli alunni adulti ?
Bisogna
considerare che gli adulti migranti portano con sé alcune concezioni
d’insegnamento che derivano dalla loro esperienza personale. Di conseguenza
questi individui hanno necessità di entrare in confidenza con delle nuove norme
di funzionamento dell’istituzione educativa. Per questo, le forme di
insegnamento vanno valutate caso per caso, tenendo naturalmente conto delle
prove previste dalle certificazioni linguistiche. È necessaria, quindi, una
personalizzazione del percorso che ogni alunno adulto deve intraprendere,
considerandone il trascorso. Per avere successo con questo tipo di formazione,
è necessario avere degli insegnanti preparati che siano in grado non di
impartire delle semplici nozioni, quanto piuttosto organizzare delle esperienze
didattiche. Oltre a ciò, è necessario che i docenti siano competenti anche
nella comunicazione umana, sia verbale che non.
È
fondamentale, quindi, una valutazione non solo delle esperienze pregresse, ma
anche degli stili cognitivi e d’apprendimento, oltre alle motivazioni e ai
bisogni che sono insiti nell’ alunno. Solo in questo modo sarà possibile
proporre una metodologia valida e capace di adattarsi ai destinatari. Infatti,
la definizione di italiano L2 nasconde molte facce e sarebbe riduttivo
classificarla semplicemente come seconda lingua: fra gli alunni adulti che si
apprestano ad imparare l’italiano, ce ne sono alcuni che sono in Italia da
molti anni, altri sono neoarrivati, altri ancora, invece, hanno urgenza di
certificare la propria conoscenza dell’italiano.
Inoltre, al momento dell’accoglienza, è possibile avere di fronte a sé persone con un grado differente di alfabetizzazione.
Con il termine approccio si intende il principio che fa da fondamenta all’azione formativa e al processo di apprendimento. Ogni metodologia sviluppa una linea teorica che ha come conseguenza diverse tecniche didattiche. Ci sono vari tipi approcci, fra questi quello umanistico-affettivo, quello comunicativo e quello ludico.
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